ABITARE INSIEME…DAL CORRIERE DELLA SERA

liberi tutti
DALLE AMICHE IN PENSIONE AI GRUPPI DI GENERAZIONI DIVERSE
STORIE DI CHI C’È RIUSCITO

Un’unica struttura composta da piccoli appartamenti con alcuni servizi in comune. Il cohousing (e il silver cohousing, con formule specifiche per chi è avanti con gli anni è diventata una realtà anche nel nostro Paese. «Socializzazione, scambio, patto di mutuo aiuto, collaborazione, poche regole.

Così si innesca un’atmosfera di ben essere», racconta l’architetto animatore di una «casa» di questo tipo a Fidenza, in provincia di Parma. Le difficoltà da superare, i requisiti («è fondamentale credere tutti nello stesso progetto») e i mille benefici di un’esperienza che può nascere «dal basso»

19.10.2018
di Marisa Fumagalli

Cinque donne fra i 65 e i 75 e passa anni. Professioniste in pensione. Cinque amiche che vivono in 5 case diverse, nella città di Torino. Il loro obiettivo è trovare una soluzione di «convivenza indipendente». La capofila del progetto è Piera Salvano, medico, già attiva nel settore dell’Educazione sanitaria territoriale. Spiega: «In sostanza, noi cinque vorremmo stare in un’unica struttura abitativa, composta da piccoli appartamenti con alcuni servizi in comune. Compresa la colf, possibilmente. Mi sto attivando per realizzare la nostra idea. Sono ottimista». «Del resto — aggiunge — se guardiamo ai Paesi del Nord Europa  le esperienze di coabitazione sono diffuse. Modello applicabile anche in Italia». Ecco il senso del cohousing; anzi, del silver cohousing trattandosi qui di persone avanti in età.

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