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IL METODO DEL CONSENSO - Tecchio
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Un'introduzione al Metodo del Consenso secondo Roberto Tecchio

Una definizione e qualche considerazione per iniziare…

Il Metodo del Consenso (MC) è un procedimento che si svolge in varie fasi e in cui si usano diverse tecniche di discussione, analisi e confronto, mediante il quale un gruppo arriva a prendere le sue decisioni senza ricorrere alle votazioni.

Consenso indica che si è d’accordo su qualcosa, ma non significa necessariamente accordo pieno di tutti su tutto, cioè unanimità. L’unanimità può anche arrivare, ma non è certo un obiettivo: il consenso punta a far convivere le differenze, non ad eliminarle. Perciò in una decisione consensuale vi possono essere diversi gradi di accordo e molte sfumature riguardo agli impegni che i diversi membri si assumono rispetto a una determinata decisione, però il tutto avviene in modo esplicito e globalmente accettato.
L’adozione del MC da parte di un gruppo può avvenire solo su base consensuale. Il MC, una volta adottato, non esclude il ricorso ad altri metodi decisionali, basati o meno sulla votazione, purché tale ricorso avvenga in base a una decisione consensuale.


Le basi del consenso… tra etica, pragmatica ed estetica.


Il fine non giustifica i mezzi; i mezzi contengono il fine.

Il MC nasce dalla convinzione che il rapporto tra mezzi e fini deve essere coerente. Per esempio se si hanno fini equi e solidali, i modi per realizzare tali fini dovranno esprimere qui e ora, concretamente, equità e solidarietà. In pratica ciò si esprime nel modo di gestire il potere e in particolare nel modo in cui si prendono le decisioni.

L’uso del potere: il singolo non viene schiacciato dal gruppo, il gruppo non viene bloccato dal singolo.

Il MC, a uno sguardo superficiale, sembra dare un potere eccessivo al singolo individuo (o alla piccola minoranza) rispetto al gruppo. Così sembra che chiunque, magari dopo una lunga discussione, se gli gira male può bloccare un grande gruppo negando il suo consenso alla decisione. Ma questo non è altro che esercitare il cosiddetto potere di veto, che non ha niente a che vedere col MC.
Il MC dà effettivamente un grande potere al singolo (a ogni singolo indistintamente!) perché ne riconosce il valore, la dignità, l'unicità. Ma il singolo può bloccare il gruppo solo se riesce a mostrare la validità della sua opposizione, cioè che la decisione che si sta per prendere è veramente dannosa per il gruppo e/o in contrasto con i suoi principi fondanti. Se il gruppo riconosce la validità dell’opposizione allora la decisione può essere bloccata, altrimenti alla parte avversa viene rimandata la responsabilità di decidere cosa fare, possibilmente dichiarandolo in termini chiari ed espliciti.
Dunque, perché il MC funzioni bene, il singolo deve riconoscere e accettare il potere del gruppo nel determinare quali problemi possono essere risolti, quali necessitano di più attenzione, e quali bloccano la decisione: la trappola del veto sta nell’essere incapaci di riconoscere i limiti del potere individuale!
Il singolo ha il potere e la responsabilità di sollevare i problemi; il gruppo ha il potere e la responsabilità di riconoscerli e risolverli.

Prosegue nella sezione "Pillole"di Facilitazione, Consenso e CNV
 
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