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PROCESSO DI CONSENSO: FONDAMENTI e ELEMENTI ESSENZIALI
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Si tratta della prima parte dello scritto "Introduzione al Processo di Consenso" di Beatrice Briggs. Vi sono descritti i FONDAMENTI e i CINQUE ELEMENTI ESSENZIALI del Consenso.



I FONDAMENTI

Il consenso: per condividere il potere e costruire comunità
Se si desidera costruire un gruppo che si basi sulla cooperazione, la fiducia, l’onestà, la creatività, l’uguaglianza e il rispetto potrebbe essere utile cercare risposte a queste domande:
-chi prende le decisioni?-
-come si prendono le decisioni?
-


Il fatto di prendere decisioni chiare rispetto a questioni basilari del potere e del processo stesso che vive un gruppo può trasformare un gruppo di persone diverse tra loro in una comunità forte, stabile e colma d’amore.
Oggi ci sono sempre più persone disilluse dalle strutture verticali dove una minoranza piena di potere prende decisioni che riguardano tutti. A tutt’oggi l’ideale democratico della maggioranza risulta inadeguato, visto che quasi sempre genera una minoranza senza potere.
In tutto il mondo ci sono persone che stanno cercando modi per discutere e risolvere problemi e per costruire un futuro per i nostri bimbi che sia ecologicamente adeguato e allo stesso tempo giusto a livello sociale.
Il consenso è il processo per la presa di decisioni che meglio si adatta a questi intenti.
Questo processo si basa sulla convinzione che ogni individuo è custode di una parte della verità. Quindi ad ogni membro del gruppo è giusto dare uno spazio ed un tempo dove possa esprimere la sua verità e dove lo si ascolti con rispetto. Certamente non si può permettere che alcuni individui dominino l’intero gruppo. Nel consenso, cosi’ come negli ecosistemi, ogni individuo è sostenuto dalla comunità cui appartiene e che, allo stesso tempo, egli sostiene. In questa rete di relazioni reciproche si va creando la bellezza e la forza del tutto.
Questo implica che il processo del consenso automaticamente presupponga o conferisca pace e armonia all’interno del gruppo.
Di fronte alla profondità della nostra attuale patologia sociale e alla complessità delle decisioni che prendiamo, il conflitto sembra inevitabile. Di fatto, nei gruppi eterogenei, le differenze sono un indice del suo buono stato di salute ed insieme, un invito alla creatività. I principali obiettivi del processo di consenso sono la risoluzione dei conflitti e il maturare decisioni attraverso la collaborazione di tutti i membri del gruppo, in modo che tutti le appoggino.


CINQUE ELEMENTI ESSENZIALI

Il consenso, comunque, non è la panacea. Non funziona in qualsiasi situazione. È necessario riunire cinque elementi essenziali per poter invocare la “magia” del consenso:

1 - la volontà di condividere il potere
2 - l'accordo consapevole e informato sul processo del consenso
3 - un'intenzione comune
4 - agende solide
5 - una facilitazione effettiva



vediamoli nei dettagli:

La volontà di condividere il potere
Le persone che partecipano ad un gruppo che decide per consenso devono essere disposte a lasciare andare le gerarchie ed i privilegi, per funzionare come uguali. Chiaramente si accettano gli apporti di esperti, professionisti e persone mature, però non gli si permette di mettere a tacere altri membri del gruppo. Alle persone abituate a dirigere, molte volte costa fatica permettere che altri condividano il processo di presa di decisioni. Chiedono di essere appoggiati con idee, informazioni, aiuti, però parlano di uguaglianza e di ideali partecipativi solo di facciata! Trattenere il potere per prendere decisioni viola l’integrità del processo.

L'accordo consapevole e informato sul processo del consenso
Tenuto conto che il consenso è una forma di funzionamento radicalmente diversa rispetto alla forma cui la maggiorparte di noi siamo stati abituati, è importante spiegare il processo con attenzione e riguardare i principi fondamentali periodicamente. Il processo funziona bene quanti più membri lo comprendono. In generale, la prima decisione che un gruppo prende per consenso è la decisione di usarlo o, almeno, provarlo per un certo periodo di tempo. La valutazione continua del processo permette non solo di riconoscere i successi ma anche le aree che hanno bisogno di migliorare. Questa informazione è di grande importanza per la crescita e l' autoeducazione del gruppo.

Un’intenzione comune
Se un gruppo non ha un’intenzione che unifica e concentra i suoi sforzi, potrebbe girarci attorno all’infinito senza arrivare da nessuna parte, e i partecipanti si troveranno in confusione, frustrati e in lotte egoistiche. Quando si deteriora il processo del gruppo fino ad arrivare ad alzare la voce o quando s’indebolisce la motivazione per apatia o disperazione, è importante poter dire: -Ricordiamoci il perché siamo qui!- Con l’andare del tempo si può cambiare l’intenzione o, se è necessario, rivedere la forma nella quale si realizza la missione. In questi casi tutti devono sapere che cos’è che sta cambiando e perché.

Agende solide
Il processo del consenso può essere ostacolato da: l’assenza di un’ordine del giorno; un odg controllato esclusivamente da uno o due leader; un'odg preparato male. Questi sono una perdita di tempo per il gruppo, abbassano la fiducia e la concretezza. Invece il gruppo che incarica alcune persone di preparare l’ordine del giorno e che poi, collettivamente, guarda le proposte, se le considera necessarie le adotta formalmente per consenso e si impegna a rispettarle, è un gruppo “impegnato col proprio esito”.

Una facilitazione effettiva (vedi Definizione Facilitazione e le altre pillole in questa sezione)
Il facilitatore è il guardiano del processo del consenso, è una guida-servitore la cui intenzione è di aiutare il gruppo a prendere le migliori decisioni possibili. Il facilitatore guida la discussione e non vi partecipa. Occore che si sforzi di rimanere neutro rispetto ai temi della discussione, per trattare i membri del gruppo in modo imparziale, senza favoritismi. Il facilitatore non è lì per dare risposte, ma, in modo discreto, per far domande, nell’intento di armonizzare la partecipazione. Es.: - Si stanno esprimendo tutti?- Facilita perché si esprima la saggezza del gruppo. Es.: -Ci sono altre idee?- Chiarisce la situazione. Es.: -Siamo pronti a passare al punto successivo?
Per poter praticare l’arte della facilitazione sono richieste pazienza, buona memoria, energia, capacità di mantenere la calma di fronte al conflitto, senso dell’umorismo e soprattutto amore vero per il gruppo al quale si sta servendo da facilitatore.
 
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